Aerospazio e compositi a Maker Faire


Scoprire e viaggiare sono le due grandi tendenze della storia dell’umanità, ma ora l’accelerazione di entrambe rischia di creare “grossi problemi”. L’esigenza è governare l’innovazione e non esserne governati. Parola di Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, intervenuto oggi all’evento “Innovazione al volo” organizzata nell’ambito della prima giornata di Maker Faire. Dopo il successo dell’anno scorso, con 110mila presenza, l’edizione europea di uno dei più importanti “spettacoli” al mondo sull’innovazione è a Roma fino a domenica prossima. Tra i vari padiglioni della fiera, è possibile viaggiare tra incredibili innovazioni, dalla robotica ai droni, dalle stampanti 3D all’intelligenza artificiale. “L’innovazione è un fattore che l’uomo non può fermare? Se l’uomo scopre qualcosa di nuovo che è così tanto avanti da determinare la riduzione di posti di lavoro, va fermata?”. Sono queste le domande che il ministro Calenda ha rivolto ai ragazzi accorsi a Maker Faire. “Il grande dilemma di oggi – ha detto il numero uno del Mise – è che stiamo sviluppando robot che potrebbero determinare la fine del lavoro manuale”. Eppure, “la stessa cosa si poteva dire dell’aratro quando fu inventato”. In realtà, proprio la scoperta, cioè “l’idea di spingersi in terreni sconosciuti, e viaggiare, sono le due grandi tendenze dell’umanità da quando è nata”, ha aggiunto Calenda. Il problema è che “oggi entrambe vanno a una velocità incredibile che pone diversi problemi”, su tutti, l’ipotesi di “scomparsa di lavoro manuale in 30 anni”. In realtà, proprio la gestione dell’innovazione potrebbe aprire nuovi campi. L’esempio dei robot, a cui occorre trasmettere indicazioni e insegnare movimenti, è forse quello più significativo. In questo modo, “l’innovazione tecnologica può essere una spinta di grandissima motivazione e una leva per riuscire a usare la creatività e declinarla in modo nuovo”. L’Italia può farlo, secondo Calenda. “Il settore dell’automazione – ha rimarcato – è quello in cui il nostro Paese esporta di più; il suo export oggi vale come quello dei settori moda, agroalimentare e mobili insieme”. Ciò nasce dallo shock petrolifero, che ha spinto “i produttori italiani a lavorare sulla catena di montaggio per ridurre le spese, realizzando grandi produttori di macchine che fanno oggetti”. Ora, ha concluso il ministro, “tutto questo va portato nell’era digitale”. Tra i settori che più di tutti trainano l’innovazione c’è indubbiamente quello aerospaziale. Nel breve termine, l’attenzione dell’aviazione civile resta focalizzata sull’efficienza degli aerei. A dimostrare come l’innovazione sia già in Italia ci sono lo stabilimento di Grottaglie di Leonardo e quello di Cameri di Avio Aero. Nel primo si realizzano componenti importanti del nuovo aereo 787 con materiali compositi in fibra di carbonio, quindi molto più leggeri, e che rappresentano lo stato dell’arte della fabbricazione aeronautica e già un buon esempio di Industria 4.0. Nel secondo, attraverso stampa 3D e additive manufacturing, vengono realizzate le pale e le turbine dei motori del 777 e del 787, da polveri di titanio e alluminio fino al prodotto finito.


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