I ricercatori hanno puntato sui nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia, incorporando un minuscolo sensore al grafene all’interno della lente a contatto. Un’antenna sottile quanto un capello che connette il sensore a un display a LED che avvisa chi lo indossa quando i livelli di zucchero nel sangue raggiungono livelli problematici.
Per la realizzazione dei test delle lenti a contatto sono state utilizzate le lacrime artificiali arricchite con zucchero per imitare i bassi livelli di glucosio misurati nelle lacrime dagli studi precedenti. I risultati dei test sono promettenti: il LED è rimasto acceso fino a quando i ricercatori hanno iniettato una soluzione di glucosio nell’occhio dell’animale, e poi si è spento, proprio come dovrebbe in condizioni reali. Finora il prototipo non è stato testato sugli umani o con lacrime umane, ma il team sta lavorando con un ospedale per iniziare le sperimentazioni cliniche. Con finanziamenti adeguati, il prodotto potrebbe essere commercializzato nei prossimi cinque anni.
Da un punto di vista medico questa frontiera verso una tecnologia per il monitoraggio della glicemia senza ago, permetterà ai oggi diabetici di evitare test invasi come quelli attuali come le fastidiose punture di spillo (in genere sui polpastrelli) per analizzare poi la goccia di sangue, oppure a inserire un ago sottopelle per misurare il glucosio nel fluido interstiziale, quello che circonda le cellule. Anche i risvolti economici dell’operazione non vanno trascurati, se è vero che il mercato dei dispositivi indossabili avrà un valore di 25 miliardi di dollari entro il 2019, grazie ad una rapida crescita nella domanda per sensori e tecnologie focalizzati sulla salute e l’assistenza sanitaria specializzata.