Maxi fusione in vista tra i due colossi americani della chimica e dell’agricoltura DuPont e Dow Chemical e che arriva a coronamento di un anno già record per i merger globali in molteplici settori – da sanità a farmaceutica e tecnologia, dall’energia fino all’agroalimentare – che hanno raggiunto i 4.350 miliardi polverizzando il precedente record dell’intero 2007. Controllerebbero inoltre il 41% del commercio degli Stati Uniti dei semi di mais e il 38% del mercato della soia. Insieme, le realtà venderebbero il 17% dei pesticidi del mondo e diventerebbero il terzo più grande fornitore di prodotti chimici, ha scritto Morgan Stanley.
Nessun rappresentante delle due società ha ancora commentato le indiscrezioni di stampa. Tra i marchi più noti contano Kevlar (DuPont) e Styrofoam (Dow). Dow è stata invece creata dal pioniere dell’elettrochimica Herbert HenryDow nel 1897. Nel campo delle materie prime e delle scienze agricole la prolungata caduta dei prezzi delle commodities ha aumentato l’urgenza di ripensamenti.
Ma questo accordo si concretizzerà effettivamente? DuPont di recente aveva da parte sua pensionato la sua chief executive Ellen Kullman, sostituita inizialmente a interim e poi permanentemente da Breen, danneggiata da critiche per le spese eccessive spese e il mancato rispetto degli obiettivi di bilancio. La fusione darà vita ad un colosso da 130 miliardi, che al suo interno potrebbe essere ripartito in tre divisioni: materiali, prodotti speciali (DuPontè proprietaria del brevetto kevlar, tessuto usato nei giubbotti antiproiettile) e agricoltura.
Quali effetti produrrà questa “riorganizzazione”? La fusione sarebbe seguita da un triplice “spacchettamento” della società combinata, scrive il Wsj, e vedrebbe sinergie per 3 miliardi di dollari, secondo fonti a conoscenza dell’affare citate dall’emittente CNBC.
Didascalia foto: Edward D. Breen, Andrew N. Liveris