Seguendo con diligenza la politica di austerity autoimposta, Volkswagen decide di non investire nella fibra di carbonio, rifiutandosi di aumentare la propria quota di partecipazione nel capitale di SGL, il maggior produttore tedesco di materiali compositi. Il campo aperto lasciato dall’azienda di Wolfsburg rappresenta un’opportunità per BMW, la quale si appresta ad espandere le proprie quote azionarie su uno dei suoi fornitori strategici.
La situazione finanziaria di Volkswagen è alquanto delicata al momento e risulta evidente come la gestione stia muovendo ogni singolo passo con estrema delicatezza. In merito all’affaire SGL un portavoce di Wolfsburg ha dichiarato che ulteriori investimenti in questa partecipazione sarebbero letteralmente insensati, vista la situazione attuale della Casa costruttrice; la Casa fa sapere che non vuole comunque cedere la quota residua. Per far fronte alle spese del Dieselgate, risarcimenti e sanzioni, Volkswagen ha aperto una linea di credito di ben 20 miliardi di euro.
La decisione dai piani di alti di Wolfsburg è arrivata in seguito alla richiesta di aumento del capitale di SGL, la quale intende ricapitalizzare per ridurre la propria esposizione finanziaria e bilanciare la volatilità del proprio business. Completata l’operazione finanziaria, che prevede un aumento pari a circa un quarto dell’attuale capitale, Volkswagen vedrà ridurre la propria quota al 7,4%, invece BMW dovrebbe assestare la propria quota al 18.4%; altro attore della vicenda è Skion, azienda d’investimenti di proprietà di Susanne Klatten, che arriverà a possedere il 27,4% di SGL.
Il business di SGL si è notevolmente ridimensionato, pressata dalla concorrenza asiatica l’azienda tedesca ha deciso di cedere il ramo d’azienda relativo alla produzione di elettrodi di grafite. Dalla vendita SGL ricaverà circa 200 milioni di euro che si sommeranno ai circa 180 milioni derivanti dalla ricapitalizzazione. Per quanto riguarda la fibra di carbonio rinforzata questa è molto diffusa in ambito aeronautico, mentre la richiesta dell’industria automobilistica è limitata e il suo impiego relegato a nicchie di prodotto ben definito. Molte case costruttrici preferiscono ripiegare sul più economico alluminio e sugli acciai speciali.