La ricerca è stata condotta in collaborazione con l’università portoghese di Minho, l’americana Massachusetts of Technology (Mit) e alcuni dei centri coinvolti nel progetto Grafene promosso dalla Commissione Europea.
Il minuscolo dispositivo di grafene è stato ottenuto alternando diversi strati di un materiale isolante come il nitruro di boro e di grafene, che è in grado di guidare la luce sotto forma di plasmoni, ossia oscillazioni di elettroni che interagiscono molto con la luce.
“Avere raggiunto il limite estremo del confinamento della luce potrebbe portare a nuovi dispositivi di dimensioni minuscole e senza precedenti”, ha rilevato uno dei responsabili del Progetto grafene, Andrea Ferrari. Il risultato è una prova di principio, un primo passo verso dispositivi sempre più’ piccoli in grado di guidare e controllare la luce. “Il grafene ci sorprende: nessuno pensava che sarebbe stato possibile confinare la luce in un singolo atomo e adesso diventano possibili nuove applicazioni”, ha detto il coordinatore della ricerca, Frank Koppens.