PiperMoto J Series, uno scooter molto potente


Fra motociclisti e scooteristi, si sa, non corre buon sangue. Chi guida un mezzo a due ruote dotato di cambio a pedale spesso guarda con sospetto a coloro che cavalcano un commuter urbano con variatore, tanto da non considerarli nemmeno appartenenti a quella elitaria cerchia di “veri” utenti delle due ruote.
Ma come la mettiamo se sotto all’aspetto di un tranquillo scooter classico si celasse una fun bike sotto mentite spoglie? Se dietro a quelle forme retrò e a quell’aspetto un po’ goffo, si nascondessero il monocilindrico più potente disponibile sul mercato e una ciclistica con cui potersi lasciare alle spalle una bella fetta di supersportive sui passi di montagna?
Perché le apparenze ingannano. Quello ritratto nella foto è PiperMoto J Series, lo scooter realizzato dall’ingegnere britannico John Piper e messo in vendita su ordinazione ad un prezzo non ancora definito.
Dietro al look vintage anni ’50 c’è ben altro. E pure di sostanza: le sovrastrutture nascondono infatti il monocilindrico da 690 cc di una KTM Duke, oltre che parte della ciclistica prelevata dalla fun bike austriaca.
I 67 cv permettono a questo singolare scooter di accelerare da 0-100 km/h in poco più di 4 secondi, e raggiungere una punta velocistica di oltre 190 km/h.
Il peso è stato contenuto facendo ampio ricorso ai materiali compositi: la carenatura è realizzata in fibra di carbonio mentre il telaio è un tubolare in acciaio e cromo molibdeno, così da poter rimanere entro i 160 kg.
Molto bello il “cofano” posteriore che si solleva lasciando scoperta la meccanica: ricorda un po’ le vecchie auto da corsa a motore centrale, come i leggendari sport prototipi che correvano a Le Mans negli anni ’60-’70. Tutto è curato nei minimi dettagli compresa la strumentazione, che con un look decisamente retrò non tradisce affatto il falso aspetto mansueto di questa fun bike travestita da Lambretta.


Leggi anche

Il produttore britannico di automobili Briggs Automotive Company (BAC) ha creato una versione in fibra di carbonio colorata della sua Mono R. Il corpo dell’auto è stato realizzato in tessuto in fibra di carbonio al titanio di Hypetex e rifinito con una lacca cristallizzata, da cui deriva una finitura estetica unica. Questa tecnica ha permesso di ridurre il peso della vettura e di rendere superflue le operazioni di verniciatura….

Leggi tutto…

Competenza, sinergia e innovazione sono i capisaldi di R.I.C. azienda veneta che da oltre 20 anni ingegnerizza e produce componenti in materiali compositi di piccole e medie dimensioni, per prototipazione e alti volumi. I plotter Zünd sono ad oggi un anello essenziale della catena produttiva di R.I.C….

Leggi tutto…

The growing demand for composite components increasingly requires efficient and cost-effective manufacturing solutions. Massivit recently launched the 10000 unit and its additively manufactured mandrels, useful for forming hollow composite components with smooth and regular internal surfaces. The article illustrates the advantages of printing with water-breakable material and the possible economic savings….

Leggi tutto…

La crescente richiesta di componenti compositi necessita sempre più di soluzioni di produzione efficienti e convenienti. Massivit ha lanciato di recente l’unità 10000 e i suoi mandrini realizzati con produzione additiva, utili per formare componenti compositi cavi con superfici interne lisce e regolari. Nell’articolo vengono illustrati i vantaggi della stampa con materiale frangibile in acqua e i possibili risparmi economici….

Leggi tutto…

The European CIRCE project (Circular Economy Model for Carbon Fiber Prepregs), born from the collaboration of five Italian companies and financed under the LIFE program (LIFE ENV/IT/00155), has studied how to reuse the scraps of carbon fiber prepreg to produce structural components such as car parts, brake discs, toe caps for safety shoes and more….

Leggi tutto…