Un elastomero al grafene per creare robot più umani


Il G-elastomero, dove la G sta per grafene, è altamente sensibile alle vibrazioni e alla pressione. A differenza di altre sostanze viscoelastiche come il poliuretano espanso o la gomma, il G-elastomero risponde molto velocemente sotto pressione, nonostante sia eccezionalmente morbido. Questo tipo di risposta non è mai stata riscontrata nei materiali morbidi esistenti, tanto da incuriosire il professor Dan Li e il dottor Ling Qiu dal Monash Centre for Atomically Thin Materials (MCATM).

Secondo Qui “questo elastomero di grafene è un materiale flessibile e ultraleggero che può rilevare pressione e vibrazioni lungo un’ampia banda di frequenze. Supera di molto l’intervallo di risposta della nostra pelle e ha un tempo di risposta molto rapido, più rapido di un tradizionale polimero elastomero“. “Anche se spesso lo diamo per scontato, i sensori di pressione nella nostra pelle ci permettono di fare cose come tenere una tazza senza farla cadere o versarne il contenuto. La sensibilità e il tempo di risposta del G-elastomero permetterebbero a una protesi o un robot di essere ancora più abile di un essere umano, mentre la flessibilità potrebbe consentire di creare dispositivi elettronici flessibili di nuova generazione“, ha aggiunto il professore.

Di primo acchito viene naturale pensare a uno smartphone con questo elastomero nella parte posteriore: potrebbe aprire nuovi scenari d’interazione grazie alla sensibilità al tocco e alla pressione. Ovviamente le applicazioni sono molteplici e quelle in ambito robotico e medico, come sottolineato dai due ricercatori, rappresentano forse quelle più interessanti del G-elastomero.

 


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